Il nostro matrimonio vintage

Un'ex filanda, una moderata passione per i Peaky Blinders e per la magia... questi sono stati gli ingredienti per il nostro matrimonio vintage

Sarà un articolo lungo questo per il nostro matrimonio vintage. Non solo perché beh, era il nostro matrimonio, ma perché vi voglio raccontare come siamo arrivati a capire quello che volevamo, quello che avremmo preferito rispetto ad altre idee che alla fine abbiamo escluso. Voglio anche porre l’accento sull’importanza di avere un ottimo team di fornitori fidati e con i quali ci si sente a proprio agio, ovviamente. Ma partiamo dall’inizio:

No, non abbiamo deciso di sposarci a tavolino. Mi è stato chiesto alla vecchia maniera, -quasi- in ginocchio e cascando dalle nuvole per la sorpresa, in un pomeriggio di novembre del 2021. E come potete immaginare avevo le idee molto chiare su tante cose: mi sarebbe piaciuta una festa in pochi intimi in toscana, una calda sera d’estate di festa e buon vino.

E invece no.

Nel pieno del 2022, l’anno con più matrimoni in assoluto, abbiamo deciso di spostare la data alla fine dell’estate (spoiler: gli invitati ci hanno ringraziati tanto), precisamente al 2 ottobre 2022, una data evidentemente piena di numeri pari (spoiler numero 2: a me piacciono i numeri dispari). Ironicamente avevo sempre detto “se mai mi sposerò sarà in Filanda”,  e anche se ammetto che non è stata la prima location che abbiamo valutato alla fine la nostra scelta è ricaduta proprio li: spazi ampi, un comodo piano B in caso di pioggia e freddo (che ad ottobre bisogna considerare), un certo fascino industriale senza rinunciare alla bellezza dell’autenticità fatta di mattoni, ampie vetrate e metallo. Insomma, un mix di industrial style (Pietro) e luce del sole (io). La palette colori si è definita quasi istantaneamente: un grigio quasi nero per riprendere gli elementi della location, il viola perché mi piaceva, i rosa per alleggerire l’atmosfera. D’altra parte sempre di un matrimonio si parla, ma devo ammettere che ero un po’ stufa di vedere sempre i soliti colori, e che su di noi, ammetto, non vedevo proprio.

Una cosa a cui tenevo molto però era che entrambe le vestizioni fossero fotografate in posti adatti, per seguire lo stile di quello che poi sarebbe diventato il nostro matrimonio vintage. Per Pietro abbiamo quindi optato per la bellissima Locanda Rosa Rosae, dove siamo andati poi a dormire dopo il matrimonio: ci piaceva l’idea di prolungare la giornata fino al mattino dopo con una coccola supplementare. La cosa divertente è che lui sapeva come si sarebbe voluto vestire molto prima di me. Ricordo perfettamente che mi ha detto “Vale, voglio un abito stile Peaky Blinders” ben prima che diventasse quasi il tema del matrimonio… ma alla fine è stato così!

(prosegue poi…)

Per praticità e continuità stilistica col nostro matrimonio vintage io ho scelto di vestirmi nella stessa Filanda: non ci sono stanze di alcun tipo, ma non è stato un problema. Greta, la wedding planner che mi ha aiutata, ha rubato uno specchio e alcuni tavolini d’appoggio e abbiamo creato così zona trucco e capelli. 

Chi ho scelto per occuparsi di me e delle mie testimoni? Per il trucco non ho avuto la minima esitazione: Eleonora è stata la mia primissima scelta e anzi, una delle certezze di quel giorno. La conosco professionalmente da anni e ha sempre fatto lavori impeccabili e in linea con lo stile che cercavo.

Per le nostre acconciature (che sono state tutt’altro che semplici ve lo garantisco) ho avuto il piacere di avere al mio fianco Giorgia, che sarebbe diventata poi più di una fornitrice ma quasi un’amica. La trovavo poco spesso in giro per matrimoni, ma ogni volta era una certezza. In più sono stata la fotografa del suo matrimonio, direi che era davvero destino! 

Piccola, ma non troppo, parentesi sul mio abito e le mie scarpe: onestamente mi è sempre importato relativamente poco dell’abito da sposa… o per lo meno così pensavo. Ero partita dall’idea di abito boho tutto pizzi, ma provandoli avevo capito che mi piacevano tessuti puliti e modelli vintage. E dopo aver girato alcuni atelier senza trovare nulla ero ancora più convinta di voler spendere poco e di modificare poi il vestito per poterlo riusare in altre occasioni. E di questo sono rimasta convinta finché non ho incontrato Giulia, la mia fantastica sarta. Sono andata da lei con alcuni esempi presi da pinterest e alcune idee basate su abiti visti qua e la. Ho trovato poi la stoffa perfetta in viaggio a Madrid, e lei ha fatto il miracolo: ha creato l’abito che non sapevo nemmeno di volere, e che, alla fine, è ancora intero e appeso nel mio studio, in vetrina, e non ho coraggio di modificarlo!

Anche per le scarpe non ho avuto dubbi: mi sono innamorata di Leise Shoes in una fiera di Milano, e sapevo che sarebbero state le mie scarpe ancora prima di decidere il vestito. Ero andata come fornitore e non come futura sposa, ma avevo fotografato le loro creazioni in lungo e in largo e alla fine sono diventate le mie scarpe. Comode, su misura, seguendo la palette del matrimonio (e quindi, viola!).

Come potete intuire il mood della giornata si stava un po’ configurando: una vecchia filanda, uno sposo peaky blinders, una sposa vintage, una palette colori “magica” e un po’ dark… e visto che stava venendo così bene, abbiamo deciso di infilarci anche un dress code consigliato, che gli invitati hanno seguito -quasi- perfettamente!

Ovviamente le grafiche dovevano essere in stile con il nostro matrimonio vintage e lo sono state. Difficile come solo un parto può essere, alla fine eravamo tutti soddisfatti: io, Pietro, la mia amica/grafica/testimone Alessandra e anche le ragazze di Serigrafic for wedding che le hanno stampate: c’era il viola, la luna, l’argento e il vintage.

Da fotografa ho cercato un posto per la cerimonia che rispondesse ad un requisito molto importante: che avesse la luce giusta e il mood adatto per lo stile che stava andando a crearsi. In caso di bel tempo sarebbe dovuta essere all’aperto, e volevo assolutamente evitare invitati accecati, luce forte solo su di una parte delle persone e così via. Inoltre ci piaceva un posto raccolto, che suggerisse atmosfere un po’ inglesi… così abbiamo scelto. E poi c’è stato il miracolo, e, nel nostro caso, quel miracolo si chiama Elisa. 

Ricordo molto bene quando studiando un po’ il mood le ho detto che il tema del matrimonio sarebbe stato luna e stelle (ripreso anche nella mia corona, negli inviti e in altri dettagli) e lei mi ha risposto “se vuoi posso farti una luna invece di un arco per la cerimonia”. Sicuro! le ho risposto. E, poche settimane prima della data le ho chiesto se fosse possibile per caso fare la luna solo con la lunaria, per creare un effetto perlescente a contrasto col fondale scuro che stavamo progettando. “Assolutamente no!” è stata la prima risposta: è durata pochi giorni.

“Vale se vuoi la luna in lunaria ok te la posso fare quest’anno. Sarà impegnativa ma sarà una figata”. E così è stato. Tra tutti fiori viola, rossi, rosa, la lunaria è stata un colpo d’occhio pazzesco, una cosa grandiosa, mai vista prima.

E così il setting per la cerimonia è stato creato: sedie industriali, colori scuri a contrasto con la luna e… no ai telefoni! Eravamo a metà strada per creare il nostro matrimonio Vintage.

La cerimonia: abbiamo optato per il rito simbolico perché volevamo personalizzare davvero tante cose. In primis ho chiesto ad una mia amica, Sara, cantante lirica, di cantare il mio ingresso sulle note di La vie en Rose di Edith Piaf. Poi, volevamo che a celebrare il rito fosse un nostro caro amico, che ha preparato per noi un discorso incantevole. In più, oltre a voler leggere le nostre promesse avevamo chiesto ai nostri testimoni e amici di dire qualcosa anche loro. Ultimo, ci piaceva l’uscita all’americana, senza firme e subito dopo lo scambio degli anelli, con sottofondo la colonna sonora dei Peaky blinders, idea per cui devo ringraziare tantissimo Maurizio, di Djs for party. E devo ammettere che è stato davvero, davvero splendido così. Ad oggi non cambierei assolutamente nulla di quel momento. E per questo devo ringraziare un team di fornitori formidabili, che, tutti insieme, hanno creato davvero qualcosa di magico.

il nostro matrimonio vintage
il nostro matrimonio vintage
il nostro matrimonio vintage
il nostro matrimonio vintage
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E poi? Poi c’è stato il buffet. Il catering che abbiamo scelto è stato Burly’s che ci ha fatto subito un’ottima impressione. Oltre al fatto che non si tratta di un catering grosso, anzi! siamo rimasti colpiti dalle proposte alternative e poco comuni che avevano. Oltre chiaramente al rapporto qualità prezzo che ci sembrava ottimo (dovete provare le prugne, fidatevi!). In più sono stati assolutamente comprensivi e hanno cercato di accontentarmi per ogni richiesta sia durante la preparazione sia durante la giornata. Grazie ad Andrea e alla maitre di cui non so il nome, davvero.

E poi c’è stata Anna: assieme a Greta (wedding planner) ed Elisa, hanno creato dei salottini pazzeschi per gli ospiti, che sono stati utilizzati anche come punti di intrattenimento per loro. Abbiamo inserito il classico photobooth, la tattoo station e il mio preferito, Michele, il cartomante che ha letteralmente fatto impazzire tutti, tanto da avere la coda! In più Mauro, prestigiatore itinerante. Ho lasciato completamente carta bianca ad Anna dicendo “i colori del matrimonio sono questi, il tema è questo FAI TE” e lei ha fatto. Perché quando scegli dei fornitori di cui ti fidi, la cosa più importante da fare è, appunto, fidarsi.

E poi sapete cosa? Ho deciso di abolire il solito lancio del bouquet. Ne ho viste tante di ragazze nascondersi, di fiori cadere a terra, di lanci fatti anche tre, quattro volte. Quindi ho optato per il taglio del bouquet! Se non sapete di cosa si tratta scorrete le foto! E -spoiler- Elena e Alba si sposeranno nel 2024!

il nostro matrimonio vintage

La cena: sarò ripetitiva ma anche qua non avrei cambiato nulla.

Ho sempre amato i tavoli imperiali, era una di quelle cose sicure di tutta la giornata, e così è stato. Senza contare che luna, stelle, magia, una lunga sala finestrata… a chi non avrebbe ricordato almeno un po’ la sala grande di Hogwarts? E nella sala grande ci sono lunghi tavoli di legno e candele che scendono dal soffitto. E ci siamo impegnati per ricreare un po’ quella magia. Abbiamo recuperato una notevole quantità di bottiglie di gin vuote dal sapore vintage per usarle come vasi per i fiori… e un’altrettanta quantità di bottiglie piene che abbiamo regalato agli ospiti come bomboniere. Sicuramente utili, tanto che alcune sono finite ben prima del matrimonio. E poi candele a non finire!

Il taglio delle torte (si perché erano tre più quella di compleanno di Pietro), fatto davanti alla Filanda è stato l’epilogo per il nostro matrimonio vintage. Ho dato carta bianca a Carola che ha creato delle meraviglie, sempre a tema! In più abbiamo spostato i salottini per creare un angolo sigari e rum.

il nostro matrimonio vintage
il nostro matrimonio vintage
il nostro matrimonio vintage
il nostro matrimonio vintage
il nostro matrimonio vintage

E la festa? Si, c’è stata anche quella. Dietro consiglio di Greta abbiamo ingaggiato una band che suonasse rockabilly (ovviamente), i bravissimi P-51 Airplanes, che sono venuti vestiti da aviatori anni ’40, davvero perfetto! Loro più una serie di allestimenti luccicosi hanno creato la festa. Ah, io ovviamente mi sono cambiata d’abito e di scarpe, passando da un comodo tacco dieci, a uno da undici centimetri… per poi abbandonarlo per dei più comodi Dr. Martens. 

In più; eravamo ben consapevoli di aver chiesto uno sforzo extra ai nostri invitati inserendo un dress code che, per quanto non obbligatorio, era stato consigliato. Quindi, per ringraziarli di questa premura, abbiamo voluto istituire un concorso per i migliori look, premiati a fine serata! E devo ammettere che è stato davvero un tocco importante per il nostro matrimonio vintage.

E ultimo regalo per gli ospiti… Gli hangover kit: dei bellissimi sacchettini con stampa -ovviamente- argentata con dentro tutto l’occorrente per il post…festa! Quindi patch per le occhiaie, aspirina, cerotti e fazzoletti, che non si sa mai! Anche questi merito di Serigrafic e della mia grafica personale, Alessandra.

Come posso non dire un enorme GRAZIE a chi ha immortalato questo giorno? Quindi grazie a Selene Pozzer, la fotografa principale con la quale ci siamo scambiate il favore di scattare ai rispettivi matrimoni, e Nicole De Grandis, mia seconda fotografa di fiducia e fashion macchina da guerra che ha scattato la vestizione dello sposo e ha aiutato Selly con le foto di coppia e la sala. Vi voglio bene mie fidate fotografe, senza di voi non ricorderei il mio matrimonio in questo modo.
Grazie ovviamente anche a Silvia Sartori, la pazza videomaker che consiglierò sempre a tutte le mie coppie perché oltre a essere bravissima è, appunto, un po’ pazza ma la adoriamo così com’è.

Un altro grande grazie a Greta, che è stata il collante che mi ha reso possibile vivere questa giornata con una serenità pazzesca: sapevo che con lei il nostro matrimonio vintage sarebbe andato per il meglio.

In sintesi Venues and Vendors:

Locations: Filanda Motta, locanda Rosa Rosae
Catering: Burly’s
Wedding coordinator and planner: Greta Un nastrino a Pois
Wedding designer: Anna Crinolina
Photographers: Selene Pozzer e Nicole De Grandis
Videomakers: Silvia Sartori 
Flower designer: Elisa Anneris
Abito sposa: Abricot Atelier
Groom shoes: Corte della Pelle
Bride crown: Mignonne handmade
Bride shoes: Leise shoes, Casadei
Stationery: Alessandra e Serigrafic for wedding
Mise en place: Mise en place
Make up: Eleonora The lady on the cross
Hair: Giorgia Caltanella Barbershop Caltanella
Cake designer: Carola cakes decorator
Band: p51 airplanes
Singer: Sara Cortolezzis
Light designer: Djs for party
Tarot expert: Michele Gli occhi del bagatto
Magician: Mauro Predan
Rings: Orosintesi